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Storia di San Lussorio Martire

SAN LUSSORIO MARTIRE

Si ritiene comunemente che Lussorio sia nato a Cagliari, nella seconda metà del III° secolo intorno all'anno 270 d.C.. Apparteneva ad una famiglia di rango elevato, ma idolatra e fu quindi educato secondo i principi della religione pagana. Cittadino romano di pieno diritto, poté accedere alla carica di “apparitor”. Gli “apparitores” erano cittadini romani liberi che trasmettevano gli ordini di comparizione giudiziaria e godevano di vari privilegi economici e sociali.

Lussorio abbracciò la carriera militare e seppe distinguersi presto per equilibrio e per valore. Ai suoi tempi l'arte della guerra era l'occupazione principale che abbagliava molti giovani col miraggio di onore, gloria e facili ricchezze.

Egli percorse rapidamente i gradi della Milizia e doveva essere tenuto nella più alta stima e considerazione, se al momento della sua conversione, lo vediamo occupare il posto di Guardia del Preside Romano della Sardegna, Delasio; tra le sue mansioni vi era quella di portare i mandati di comparizione ai Cristiani e confiscare i libri Sacri ed i beni.

Il Cristianesimo intanto avanzava con ritmo sempre più crescente, e la mente del giovane non poteva appagarsi delle stranezze ed assurdità del paganesimo. Egli dovette ricevere il primo impulso non solo dalla lettura dei testi Sacri, ma soprattutto dalla conversazione coi numerosi seguaci di Cristo che occupavano ormai tutti i luoghi.

La grazia di Dio, trovando perfetta corrispondenza nell'animo di questo intrepido soldato, non tardò a trasformare Lussorio idolatra in perfetto seguace del Cristo. Secondo alcuni storici, la sua conversione deve attribuirsi in gran parte alla lettura di un Salmo della Bibbia. Lussorio si convertì alla Fede in modo cosi tenace da dedicarsi alla predicazione e non desistere mai neppure di fronte alle minacce di persecuzione.

Divenne cristiano e avvalendosi in principio della sua posizione e della sua divisa, poté portare in ogni luogo la luce del Vangelo. Se il nome LUSSORIO vuol dire "luce che sorge", egli fu davvero una nuova luce ammirabile e feconda per fugare le tenebre dell'idolatria e divulgare la parola di Dio (infondere l’ardore della fede).

Teneva le sorti dell’Impero Romano, Diocleziano, il quale tra il 303 e il 304 d.C., scatenò l'ultima e la più feroce delle persecuzioni contro i cristiani. La feroce persecuzione si estese pure sulla nostra isola e i seguaci di Gesù caddero a migliaia col nome di Cristo sulle labbra.

Lussorio, accusato in quanto cristiano, fu caricato di catene e condotto alla presenza del Preside Delasio. Egli non cedette alle lusinghe ed alle minacce e la sua risposta fu quella di tutti i veri seguaci di Gesù, di tutti i confessori della fede, di tutti i Martiri gloriosi del Cristianesimo: “SONO CRISTIANO”.

Fu straziato in tutte le sue membra, flagellato a morte a Forum Trajani, odierna Fordongianus, qui soffrì il primo Martirio dal quale però non ebbe la morte. Miracolosamente guarito si riprese e continuò a predicare e diffondere il Vangelo in tutta la Sardegna.

Un’antica tradizione sostiene che San Lussorio, si sia rifugiato per qualche tempo nelle Grotte di Romana, presso Villanova Monteleone, dedicandosi in solitudine alla preghiera e alla penitenza. Nuovamente catturato, Il Preside Delasio ne pronunciò la sentenza di morte; sentenza che venne eseguita in un luogo deserto vicino alla città di Cagliari (extra civitatem Calaritanam ), presso Selargius.

Lussorio, conscio di quello che gli stava per accadere, si incamminò al luogo del supplizio con animo sereno. Lungo il cammino egli pregò e parlò della gloria del cielo; dinanzi al carnefice chinò il capo e la spada lo colpì a morte. Caddero con lui due adolescenti, Cesello e Camerino, era l’anno 304 d.C. sotto l’imperatore Diocleziano.

PASSIO DI SAN RUSSORlO (LUSSORIO) SECONDO IL MANOSCRITTO VATICANUS 6453

(prima metà del secolo XII)

Gli imperatori Diocleziano e Massimiliano, infiammati da odio contro i cristiani, demolirono le loro Basiliche, bruciarono i loro libri sacri e inflissero molte pene ai credenti in Cristo. Nelle regioni di tutto l'impero inviarono magistrati, muniti di decreti, per perseguitarli. Nello stesso periodo, mandarono un certo preside Delasio in Sardegna.

  • Accadde allora che un pagano, di nome Lussorio, leggendo il Salterio, giunto al Salmo 85, dove dice: Omnes gentes rimase colpito. Quindi, andò in Chiesa dove sentì cantare un altro Salmo del Santo Profeta Davide [il Salmo 118], dove dice Retribue servo tuo dopo l'ascolto del Salmo, Lussorio cadendo a terra invocò Cristo, e imprecò contro i Simulacri inutili e vani. In seguito, incessantemente applicava il suo animo alle Sacre scritture.
  • In pochi giorni San Lussorio imparò a memoria il Libro dei Salmi, e scolpì nel suo animo quanto appreso dai profeti. Dopo avere assimilato le Sacre Scritture, con grande desiderio ottenne il Santo Battesimo.

San Lussorio faceva tutto questo di nascosto. Ma al Preside giunse notizia del Santo da parte della sua cerchia; gli si riferì che il soldato di Cristo Lussorio contrastava il suo deliberato, e agiva subdolamente contro i decreti dell'imperatore, predicando la "superstizione" dei cristiani. Sentendo ciò, Delasio colmo d'ira ordinò che il beato Lussorio gli fosse presentato incatenato.

  • Giunto alla sua presenza, il Preside gli chiese: «Chi ti ha persuaso a perdere il corso felice della tua vita? lo ti tenevo in grande stima, e pensavo di annoverarti tra i miei principali collaboratori». San Lussorio rispose; «Se tu  ancora permani nello stesso errore dove sempre sei stato, io invece ho conosciuto l'unico vero Signore Gesù Cristo, e credo che sarò da lui accolto con onore degnissimo».
  • Disse quindi il Preside: «Allora è migliore colui che tu dici [Cristo], rispetto al nostro imperatore e ai nostri dei immortali?». Lussorio rispose: «I tuoi Dei sono terreni, mentre il mio Signore Gesù è re celeste: a noi apparve, e soffrì sospeso nel patibolo della croce, e risorse il terzo giorno, e siede alla destra del padre, da cui verrà per giudicare i vivi e i morti, e il mondo con il fuoco, e il suo regno resterà glorioso nei secoli dei secoli. Invece i vostri dei inanimati non hanno mai vissuto, e sono privi di sensi, e senza anima: sono solo pietre e tronchi di legno, nelle cui teste le cicogne sono solite nidificare, i ragni vi tessono le loro tele, e gli uccelli defecano».
  • Disse Delasio: «Se vuoi sfuggire alla potenza della mia spada, sacrifica agli dei». San Lussorio rispose: «lo certamente desidero sacrificare, ma un sacrificio di giustizia a Dio vivo e vero, dal momento che i tuoi dei sono vani, e chi li adora, o a loro sacrifica, perirà in eterno». Decretò allora il Preside: «Sia legato Lussorio in carcere con pesantissime catene, affinché valuti che cosa gli conviene».
  • Mentre San Lussorio era recluso, furono recati alla presenza del preside due fanciulli, che non sapevano ancora parlare, uno chiamato Cesello e l'altro Camerino. Il Preside chiese se qualcuno li conoscesse. E gli risposero che erano cristiani; allora li fece imprigionare alcuni giorni.
  • Poi, il Preside ordinò che il beato Lussorio fosse condotto in tribunale, e lì con voce truce esclamò: «Quanto ancora ti lascerai macerare in questi tormenti? Pensa alla tua salvezza, nega il tuo Signore, e sacrifica agli dei». San Lussorio rispose: «lo non posso abiurare il mio signore Gesù Cristo, in cui credono tutte le anime cristiane, così come credo io». Disse il Preside: «Adora i nostri dei, affinché ti possa essere salvata la vita».
  • San Lussorio disse: «Tu adora i tuoi dei, io di certo non posso venerare i tuoi belletti di pietra, d'oro o di legno, che non sono neanche in grado di muovere le loro palpebre per guardarmi». A quel punto, infuriato, il Preside ordinò che Lussorio fosse flagellato da quattro picchetti, formati ciascuno da quattro soldati, muniti di verghe.
  • Ma il servo di Dio, San Lussorio, restava così tranquillo, tanto che i suoi carnefici sbottarono: «Percuotiamone un altro!». Ma fu ordinato che il suo corpo fosse ulteriormente fustigato con bastoni. Ciò nonostante, l'eletto da Dio stava ben saldo tra le percosse dei suoi flagellatori, e cantava le lodi al Signore.
  • L'iniquissimo Delasio, vedendo che non poteva sopraffare San Lussorio il quale sempre più, e sempre meglio, restava fermo nella sua sopportazione emanò la condanna contro di lui, e contro Cesello e Camerino: erano le dodicesime calende di settembre (21 agosto). I due fanciulli furono recati fuori dal centro abitato di Cagliari e lì furono sgozzati, quindi vennero dati in pasto ai cani in una piazza. Giunsero nottetempo dei cristiani, i quali si appropriarono dei corpi dei Santi, e li seppellirono in un luogo ove ora è ubicata la chiesa di San Lucifero.
  • Delasio, ordinò quindi che San Lussorio fosse decapitato in un luogo deserto, affinché i cristiani non potessero rinvenirlo e tributargli il culto.
  • Allora, recarono San Lussorio nel territorio di Cagliari e lì gli recisero il capo. [Nonostante i tentativi di Delasio di nascondere il corpo], una moltitudine di Cristiani convennero al luogo del suo Martirio da diverse contrade, dopo avere udito la fama delle sue virtù, e con inni, e diversi aromi seppellirono il Santo in una cripta fuori dalla città. E chiunque con tutto il cuore lo invocherà, creda che immediatamente dal Signore le sue preghiere saranno esaudite. Patirono dunque la passione i beati Martiri di Cristo sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiliano, nelle dodicesime calende di settembre. [21 agosto].

IL CULTO DI SAN LUSSORIO MARTIRE

L'esistenza di San Lussorio Martire è storicamente accertata: ne abbiamo testimonianza nel Martirologio Geronimiano (comm.20,21 ag. 25, 26 sett). La documentazione più antica del suo culto con datazione sicura, è rappresentata da una lettera scritta luglio 599 dal Papa Gregorio Magno (590-604) e indirizzata al Vescovo di Cagliari Gianuario.

La memoria scritta del Martire Sardo, dopo circa 400 anni dalla sua morte, e dopo secoli di tradizione orale, era costantemente tramandata dagli amanuensi nel VIII secolo in importanti monasteri dell'Europa centrale e settentrionale: a Ephtemack nel Lussemburgo, che aveva intensi contatti con la Northumbria (nel sud dell'Inghilterra); a Saint-Avold in Lorena; a San Pietro di Weissembourg, in Alsazia; e ancora a Reichenau, Isola in Germania del lago di Costanza, e nel secolo XIII a Baden, e a Lilienfeld, nell'Austria meridionale, nonché nel secolo XV a Merk, sempre in Austria.

Libri manoscritti che attestano il culto per San Lussorio sono inoltre custoditi nella Città del Vaticano, a Roma, a Cagliari, a Pisa, a Milano, e sono approdati anche a New York, e in altri centri.

Nel 1624 il frate cappuccino Serafino Esquirro scrisse che "il glorioso San Lussorio in questo regno di Sardegna è da tutte le genti chiamato e invocato in tutte le necessità.

La diffusione del culto per San Lussorio fu straordinaria, l'intera Isola, dalla Sardegna centrale, montuosa, al Campidano, da Cagliari al Logudoro e dalla Gallura e all'Ogliastra, giungendo sino all'Italia centrale e settentrionale,  toccando anche la Corsica. (Mele G. San Lussorio nella storia)

IL RELIQUIARIO DI SAN LUSSORIO MARTIRE

Il Reliquiario di San Rossore è un'opera di Donatello in bronzo dorato (56x60,5 cm), risalente al 1424-1427 circa e conservato nel Museo nazionale di San Matteo a Pisa. Nel 1422 i monaci di Ognissanti a Firenze vennero in   possesso, con la presa di Pisa da parte della Repubblica di Firenze, della Reliquia del cranio di San Lussorio, chiamato popolarmente San Rossore.

Per onorare questa preziosa Reliquia venne commissionato un reliquiario nella forma di busto, che venne affidato a Donatello. La fusione venne curata da Jacopo degli Stroza e vide la creazione di cinque parti singole, assemblate a freddo.

Nel 1591 il busto arrivò a Pisa su volere del Granduca Ferdinando I che intese così restituire la Reliquia alla città, collocandola nella Chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano. L'opera segna un netto stacco con la tradizione medievale precedente della produzione dei reliquiari. Il Santo scolpito è lontanissimo dalla tipizzazione ieratica e metafisica che richiedeva tradizionalmente l'oggetto devozionale, essendo lavorato come un busto realistico "alla romana", cioè come le statue antiche.

Alcuni dettagli sono ripresi puntualmente da ritratti antichi, come la definizione della corta barba con trattini incisi, come nella ritrattistica romana del III secolo. Il volto ha tratti decisi ed espressivi, che ha fatto pensare potesse  contenere un ritratto o addirittura un autoritratto. In realtà la sacralità dell'oggetto rende piuttosto improbabili queste ipotesi.

Anche in quest'opera Donatello usò correzioni legate al punto di vista dell'osservatore: il Santo guarda in basso perché la sua collocazione originaria era in alto, dove non potesse essere trafugato.

LA RELIQUIA DI SAN LUSSORIO MARTIRE

Oggi le Reliquie dei Santi Lussorio, Ceselo e Camarino sono custodite nelle città di: Cagliari nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e di Santa Cecilia (Duomo) all’interno delle nicchie nel Santuario dei Martiri; Pavia sotto l'Altare Maggiore nella Cappella del Seminario Vescovile; Pisa dove, nella Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, è custodito il Cranio del Santo Martire Cagliaritano; Selargius dove, nel Santuario di San Lussorio all’interno di un reliquiario di argento realizzato a cera persa è custodita un frammento di falange

Nell'ottobre del 2004 in occasione del 1700° anno del Martirio Santi Lussorio, Cesello e Camarino, è avvenuta la Traslazione della Reliquia del Santo Martire, accompagnata da S. E. Mons. Aldo Armani, dalla Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri di Pisa al Santuario in Selargius dove è stata custodita per una settimana. Oltre alla traslazione della Reliquia si è svolto un incontro di studi, dagli atti è nato un libro curato da Simonetta Sitzia e Lauranna Puxeddu intitolato: “LUSSORIO, PAGANISSIMUS APPARITOR. Storia e culto di un Santo Sardo”.

Nell’agosto del 2014 in occasione del ventennale della nascita del Gremio che dopo 40 anni ha ridato vita ai festeggiamenti e della ricorrenza dei 1710 anni del Martirio dei Santi Lussorio, Cesello e Camarino è avvenuta per la seconda volta la Traslazione della Reliquia del Santo Martire dalla Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri di Pisa al Santuario in Selargius dove è stata custodita per una settimana.

Negli ultimi anni, inoltre, è stata creata dal Socio PORCEDDU Nicola una Mostra storico fotografica intitolata “Luxori cavalieri de altu gradu”, frutto di una ricerca e di un viaggio personale lungo le località in cui San Lussorio è venerato ripercorrendo la storia, il culto e la Fede del Santo Martire Lussorio.

 

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