Alle pendici orientali del Castello di
Cagliari, si estende il quartiere storico di Villanova, antico borgo artigiano
caratterizzato da un gran numero di botteghe e di chiese.
Nella lunga via S. Giovanni
che attraversa l'intero quartiere, si trova una chiesetta dedicata a San
Cesello, martire cristiano. Essa sorge in prossimità della scomparsa Porta
Cavaña che, anticamente, collegava il borgo con le campagne del Campidano, la
vasta piana che si apre a Nord-Ovest di Cagliari. Secondo una leggenda, Cesello
venne ucciso presso la Porta insieme al suo compagno Camerino e ad un ufficiale
dell'esercito romano, Lussorio.
Nel 1702, il Gremio dei
Bottegai fece erigere la Chiesa come sede della propria associazione e la
dedico' al santo martire. L'edificio presenta forme tardo-rinascimentali con
una facciata modesta e un piccolissimo campanile a vela. L’interno a navata
unica con volta a botte, conserva una bella acquasantiera in marmo, decorata
con un rilievo raffigurante sette pesci, ed un altare ligneo settecentesco con
due tele nelle quali viene rappresentato il Martirio di San Lussorio davanti
alla Porta Cavaña.
Fino al secolo scorso,
annualmente il Gremio dei Bottegai organizzava davanti alla chiesa una grande
festa in onore dei tre martiri Cesello, Camerino e Lussorio. Oggi, in seguito
alla soppressione del gremio, la tradizione si è interrotta, anche se la
chiesetta, diventata di proprietà delle suore Sacramentine, resta comunque
aperta al culto.
La chiesa di San Cesello,
situata nell’antico rione Villanova, sorge nel 1702 per opera del gremio dei
bottai, a pochi metri da Porta Cavagna, una delle due porte che assicuravano
l’ingresso al quartiere. E’ intitolata ad un santo il cui nome è scomparso
dalla toponomastica cagliaritana: San Cesello, appunto, era un fanciullo che,
secondo la Passio, subì il supplizio proprio nei pressi di Porta Cavagna.
L’incarico di erigerla fu
affidato a maestranze locali, le quali realizzarono un semplice vano
quadrangolare con volta a botte, una facciata anch'essa quadrangolare con un
rosone tondo di modeste dimensioni e una porta architravata piatta sovrastata
da una lunetta di matrice gotica. Il campanile a vela a due luci completa il
prospetto esterno.
All'interno, l’altare in
legno, la cui esecuzione fu curata da una bottega artigiana locale, è
costituito da un unico ordine di quattro colonne tortili che dividono lo spazio
in tre comparti, reggendo una ricca trabeazione aggettante su cui si innalza
una cimasa a forma di edicola e suddivisa in tre parti da colonnine dorate. La
nicchia centrale è affiancata da due grandi tele con scene del martirio di
Cesello, Lussorio e Camerino.
In una di queste è rappresentata la Porta Cavagna come si
presentava agli inizi del XVIII secolo, prima che fosse demolita per collegare
la zona di San Mauro con quella di San Giovanni. Attraverso varie vicende che
hanno interessato il gremio dei bottai, e in seguito al loro decadimento, la
chiesa subì un graduale abbandono sino a quando, nel 1951 venne affidata alle
Sacramentine, una congregazione di suore di clausura, che ne curano tutt’oggi
l’apertura al pubblico.
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